La città preromana

Processi Urbani

Come scrisse Federico De Roberto, tra terremoti e atti vandalici ben poco è rimasto della Catania precedente il terremoto del 1693. Poco si sa, quindi, del periodo pre-ellenico e ancora meno di quello greco. La città preesistente alla colonizzazione greca sorse ove il profilo del vulcano è nitidamente quello di una piramide fumante; in un luogo, quindi, simbolico, oltre che fertile. Nell'antichità, infatti,  come luogo di stanziamento veniva spesso scelto quello ricco di significati mitici espressi dalla morfologia del territorio. I greci edificavano non solo gli abitati in relazione al territorio, ma anche i singoli edifici architettonici. Il teatro di Taormina, ad esempio, sorge con la scena verso il mare e l'ispida e innevata  montagna due volte bella, l'Etna, ispiratrice di numerosi miti e leggende, contemporaneamente madre fertile e dio iracondo. Il vulcano, quindi, per i popoli che si stanziarono alle sue falde, e soprattutto per Catania, assunse ed ha ancora oggi un forte rchiamo simbolico.

Tedradrammo di Katane Litra di Katane Tedradrammo di Katane
V sec. a.C.

Anche se non sono molti i reperti rimasti del periodo greco, si suppone che Giovane da Lentini Museo civico - Castello Ursinol' Acropoli si trovava nei pressi dell'attuale piazza Dante, dove è stato rinvenuto materiale greco del VII secolo.
Gli scavi, che  hanno portato alla luce anche tracce del neolitico e dell'età del rame, nonchè resti del tracciato urbano del tessuto romano, furono effettuati nel 1978 dall'Istituto di archeologia dell'Università di Catania.
La floridezza della città in epoca greca è testimoniata, oltre che dagli scritti romani e greci e dai pochi reperti rimasti, dalle monete coniate, notevoli per la qualità artistica.
Nel V secolo era diffuso gareggiare alle olimpiadi con la quadriga; nelle monete catanesi, che si sono conservate, si denota un tratto di originalità costituito dall'abbinamento della quadriga con una Nike alata. Anche il fatto che le teste degli dei raffigurati nelle monete abbiano tratti fisionomici non greci, bensì siciliani, testimonia un'autonomia culturale.

La statuetta bronzea di Adrano raffigura un atleta dopo la vittoria.Atleta di Adrano Museo Civico - Castello Ursino Si sono perduti il trofeo che reggeva con la mano destra e le pupille degli occhi in pasta vitrea. Sebbene possa apparire, in relazione alle sculture greche del tempo, che essa abbia tratti arcaici, come per esempio la sproporzione tra il corpo, la testa ed il collo tozzo e massiccio, oppure il poco curato rendimento delle dita delle mani, delle orecchie e dell'ombelico, in realtà essa ha un proprio stile e coglie una nuova maniera di relazionarsi allo spazio. Movimento della figura e stato psicologico sono rapportate volutamente. Al senso della fatica e dello sforzo sostenuti si accosta la meditazione espressa dal volto chino con le labbra schiuse. Tensione interna e movimento muscolare fanno di questa opera  una interessante testimonianza della ricerca stilistica e compositiva in campo scultoreo degli artisti siciliani, del tutto originale rispetto a quella greca.
La statua dell'Atleta di Adrano è la prova della tensione culturale  e dell'attitudine alla sperimentazione di quella Sicilia che contribuì grandemente all'affermazione della cultura greca classica.