Il Teatro antico e l'Odeon

Il teatro antico dall'opera del Serradifalco

Al Teatro greco, così denominato (in realtà è di epoca romana e non si può affermare con certezza, perché mancano i riscontri  documentali,  che proprio in questo luogo sorgesse un teatro greco), si accede da via Vittorio Emanuele. Anticamente, dalla città alta si poteva giungere alla parte elevata del teatro. Era più piccolo del teatro di Taormina e di Siracusa, ma non mancava di affascinare per la preziosità delle decorazioni. I sedili, rivestiti di marmo bianco, contrastavano con il nero della pietra lavica che costituiva le scalinate. Anche la pavimentazione dell'orchestra e della cavea ed il canale di scolo erano in marmo bianco. I muri e le volte erano, invece, in opus incertum. Lungo i muri e nelle volte correvano filari orizzontali di mattoni in cotto. Il teatro si conservò bene sino al periodo normanno, quando Ruggero ordinò che le colonne e il rivestimento marmoreo fossero prelevati dal teatro per la costruzione del duomo; questo, infatti,  prima del 1693, mostrava gli elementi romani sulla facciata con le otto colonne di granito e nella pavimentazione interna, adattata con i marmi bianchi e rossi dei sedili e dell' orchestra. Una delle colonne è stata poi posta in Piazza dei Martiri e un'altra nel cortile del museo Biscari. In epoca normanna cominciò la parziale copertura del Teatro con abitazioni civili. I primi scavi archeologici risalgono ai primi del 700 ad opera del Principe Biscari. Negli anni '30 iniziarono i lavori di demolizione di parte degli edifici che lo avevano invaso nel corso dei secoli. Negli ultimi decenni si è proceduto al restauro delle parti in vista. La cavea è suddivisa in nove cunei da otto gradinate ed è composta da ventuno sedili. Al centro di ogni cuneo è posto il seggio d'onore. Un muro di marmo alto quattro pollici separa la cavea dall'orchestra. Le gradinate del settore superiore non esistono più.
Al teatro è annesso l'Odeon, piccolo teatro coperto destinato ad ospitare audizioni musicali, unico nella Magna Grecia e testimonianza di un'antica vocazione musicale della città.
Gli archi della facciata davano accesso a diciassette vani trapezoidali indipendenti, ricoperti da volte, i cui muri perimetrali costituivano la struttura portante, a raggiera, della cavea.
Il vano centrale era aperto e immetteva verso i sedili più bassi; gli altri sedici vani venivano probabilmente destinati ad altri usi. Dieci di questi, all'inizio del secolo, erano occupati da abitazioni. Il rivestimento esterno è fatto di conci lavici squadrati. Gli archi sono invece in mattoni. La decorazione dell'edificio era fondata sul contrasto cromatico della pietra lavica con i filari di mattoni e le decorazioni in marmo. Mentre oggi la scena e il suo muro di fondo sono in parte coperte da costruzioni moderne, la cavea è del tutto in vista.