Il Razionalismo
Palazzata di Messina (progetto del gruppo Leone-Samonà)

Ancora studenti, gli architetti Alfio Fallica e Giuseppe Marletta parteciparono alla prima Mostra dell'Architettura razionale, tenutasi a Roma nel 1928. Ammirevole, nella eclettica Catania del tempo, la coerenza formale che li portò ad elaborare diverse tipologie nell'ambito dello stile razionale. Alla mostra del '28, il Marletta espose il progetto di un Ipercinema a Roma, nel quale l'ossatura portante della volta era composta da nude costole di calcestruzzo, e una Pensione a Mazzarò. Il Fallica, invece, partecipò con il progetto della villetta Cutore sull'Etna e della Palazzina Fegarotti. Palazzina FegarottiDal 1930 al 1932 Marletta si trasferì a Roma, dove sperimentò, su diverse tipologie, il nuovo linguaggio formale. Visse, in questi anni, di concorsi mai realizzati. Nel 1931 partecipò alla seconda Mostra dell'Architettura Razionale con i progetti di un' edicola funeraria e di edifici a schiera per quartieri popolari, il cui  riferimento stilistico era il nudo cubismo di Oud. Partecipò infine al concorso, vinto dal progetto del gruppo Samonà-Leone, per la nuova Palazzata di Messina, un edificio lungo 1200 metri, nel quale distribuisce gli spazi cubici, seguendo le tracce di una griglia planimetrica, evidenziata all'esterno da una sequenza di lesene e pilastri.
Alfio Fallica ( 1898-1971)
Il Villino Fegarotti, sebbene abbia accenti dèco, secessione, barocchi e neo-classici, visibili nei due pennacchi posti come obelischi all'ingresso, coronati da due terracotte colorate, nei ricorsi orizzontali delle cornici scure su sfondo bianco, nei timpani posti a cappello sulle finestre e nella torretta in cima, è di chiaro linguaggio moderno, privo di ridondanze decorative, frutto di una accurata composizione dei volumi e di una raffinata ricerca decorativa che esalta le forme architettoniche. Il nastro vetrato continuo è un elemento tipico delle architetture razionaliste, invenzione dell'architetto Le Corbusier. Altre opere di Fallica sono: la Villa Caponnetto del 1930, in via passo di Aci, il Caffè Etne del 1932, in via Etnea 100, il Palazzo di via Umberto 144, lo stabile di piazza Iolanda 23, il Condominio di via Lago di Nicito, il Palazzo del 1934 di Viale XX Settembre 29.
Giuseppe Marletta (1907-1988)
Progetto di un supercinemaNel '32 fu impegnatoalla stesura del progetto per il concorso, indetto dal comune di Catania, per un nuovo Piano Regolatore. Il progetto, che si chiamava Alfa 32, vinse il secondo premio. Esso prevedeva lo spostamento a monte della ferrovia, il tracciato di un rettifilo che congiungeva la stazione alla litoranea est, attraverso il San Berillo, un sistema di assi radiali che connettevano la città alle strade extraurbane, l'inserimento di numerose aree verdi e  l'impiego delle nuove tipologie di casa a schiera per i quartieri popolari. Numerosi furono i concorsi ai quali continuò a partecipare per tutta la vita e sarebbe impossibile in questo breve spazio soffermarci sui suoi interessanti progetti. Palazzo Cardone in via De Felice, di difficile progettazione, fu realizzato nel 1939. Progetto di un supercinemaL'area è chiusa sui lati est, ovest e parte del lato sud e la struttura del pianterreno è costituita da tre setti murari. All'esterno, sulla facciata, compare la prima parete in vetro cemento di Catania, inserita al centro, fra due finestre, con le quali forma un nastro continuo vetrato. Sono sue opere realizzate: i negozi Irma di via Etnea 223 e Nicolosi di via Di Sangiuliano 228, la Cappella Chiara al cimitero, la Palazzina De Felice in via Imbriani, impostata sui modelli europei, Palazzo Miccichè, posto a fianco del neobarocco Palazzetto Zuccarello di F. Fichera in via G. D'Annunzio (un cubo su cui si distribuiscono, fra le fasce bicrome, le finestre allineate), l'Agenzia Cit di via Di Sangiuliano. Nel '41 viene realizzato, su suo progetto, il Borgo Cascino, nei pressi di Enna, un villaggio rurale autarchico voluto dal Regime, interamente costruito in pietra locale e privo di monumentalità.