Il Settecento
Barocco catanese

Processi Urbani

La ricostruzione della città dopo il terremoto impegnò tutto il secolo XVIII. Nel 1694 il Duca di Camastra, assieme a tecnici e ingegneri, preparò il piano generale della nuova città. Con esso venivano tracciati gli assi viari fondamentali e si dava  un'impostazione organicamente scenografica e barocca alla città. Fu innanzitutto realizzata la strada dritta, via Etnea, che da nord a sud collegava virtualmente all'Etna la Porta Uzeda, aperta di recente presso il Duomo. Una seconda strada, via Di Sangiuliano (ex strada dei quattro cantoni), la intersecava ad angolo retto, formando con essa i quattro canti. Fu tracciata via Garibaldi in asse con la facciata del duomo. Furono realizzati il Corso (oggi via V. Emanuele), arricchito dei più bei palazzi settecenteschi e via Crociferi con le più belle chiese, eretti San Placido, San Francesco ed innumerevoli edifici ancora. Gli architetti catanesi, che lavorarono alla ricostruzione della città, furono Alonzo Di Benedetto, Antonino e Francesco Battaglia. A questi si aggiunsero il maestro palermitano Giovanni Battista Vaccarini (al quale si devono le più famose opere della città), il messinese Girolamo Palazzotto, il toscano Stefano Ittar, il palermitano Antonio Amato e numerosi altri artisti. Tra i nobili che finanziarono la ricostruzione assume un ruolo fondamentale Ignazio Paternò Castello Principe di Biscari, il quale, oltre che erigere il sontuoso Palazzo Biscari sulle mura antiche, fondò un Museo perche' accogliesse i reperti trovati fra le macerie. La sua pregiata collezione si trova oggi al Castello Ursino. I benedettini realizzarono un'opera  eccezionale: la ricostruzione del Monastero di san Nicolò l'Arena, forse il monumento più affascinante della città barocca e sicuramente il più grandioso.

La Cattedrale

Giovanni Battista Vaccarini

Il Palazzo senatorio
e la Fontana dell'elefante

Piazza Duomo

Formata dalla Cattedrale, dal Palazzo Comunale, dai palazzi nobiliari Sammartino Pardo e Marletta, ornata dalla fontana dell'Amenano e, al centro, dalla fontana dell'Elefante, è il simbolo della vita della città. In essa confluiscono via Etnea, che si conclude con la Porta Uzeda, via Garibaldi e via Vittorio Emanuele secondo un impianto scenografico voluto dal settecentesco piano del duca di Camastra. L'aspetto della piazza medievale e cinquecentesca era molto differente : dove ora sorgono Porta Uzeda ed il Palazzo dei Chierici si ergeva allora l'Università; di fronte la cattedrale era stato eretto il Palazzo municipale; infine, sul lato nord, si estendevano le carceri, uffici e botteghe.