Edificato nel 1558, è il più grande edificio religioso d'Europa insieme al monastero di Mafra in Estremadura. Vi si accede da piazza Dante, attraverso un portale barocco. Furono dapprima costruiti la chiesa, rivolta verso la città, e, nel 1598, il chiostro dell'architetto Giulio Lasso, costituito da 52 colonne e 12 statue di marmo. Il monastero, distrutto dal terremoto, fu successivamente ricostruito.
Il progetto voluto dai benedettini era talmente sontuoso che rimase incompleto per mancanza dei mezzi finanziari. Era una città nella città, aperta a coloro che abitavano le umili case circostanti. Moltissimi furono gli artisti che vi lavorarono. Il prospetto meridionale è di Alonzo di Benedetto, che lo realizzò nel 1716. La cupola, alta 62 metri, è di S. Ittar. Il messinese Tommaso Amato disegnò nel 1726 gli elegantissimi dormitori ad est, che si incontrano appena entrati nel cortile. Il prospetto meridionale è di Alonzo di Benedetto, che lo realizzò nel 1716. La cupola, alta 62 metri, è di S. Ittar. Di Battaglia Biondo e Battaglia Santangelo è il portale neoclassico, che stona sulla barocca facciata decorata da Amato.
I corpi bassi addossati alle mura esterne erano scuderie, locali che stupiscono per i particolari decorativi.
Del Vaccarini sono i due refrettori e la biblioteca, affrescati da Piparo; la biblioteca, per l'estrema semplicità, è quasi una sfida alla sontuosità del complesso.
Dopo il terremoto del 1693, Antonino Amato si occupò dell'impianto del monastero e lo rese ancora più monumentale con una coppia di chiostri appoggiati al fianco meridionale della chiesa del Contini. Altri chiostri, che non poterono essere realizzati per le ragioni già dette, avrebbero dovuto simmetricamente completare il complesso. Nel 1748 iniziano i lavori nella prestigiosa sacrestia, decorata da Antonino Emanuele e lavorata dallo scultore Gaetano Francese, e Francesco Battaglia si occupa dei lavori al ponte, alla chiesa e al museo, iniziati dal Vaccarini. La piazza, chiusa scenograficamente da una esedra, fu disegnata da Stefano Ittar. Oggi il monastero è occupato dall'Università come sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. All'interno si possono visitare il grande refettorio e le celle dei religiosi. Dai lunghi corridoi si possono ammirare i chiostri.
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