Architettura déco negli anni venti e trenta
Vincenzo Patanè (1876-1933)

Fra classico e barocco è lo stile monumentale e di Regime del Palazzo della Borsa del 1933, in fondo a piazza Stesicoro, sede oggi della Camera di Commercio. L'ingresso, sottolineato da due alte colonne doriche, reggenti l'aggetto del balcone superiore inquadrato da larghe lesene ioniche e sormontato da un cinquecentesco timpano, si apre alla piazza con la stretta facciata, nodo a cui si collegano i due corpi laterali.
Motivi Decò stilizzati si adeguano ai canoni austeri dello stile di regime. All'interno lo spazio è monumentale. Ampie arcate e alte volte dilatano lo spazio, celebrano l'ideologia fascista. All'edificio lavorarono anche altri artisti.
Giuseppe Piccolo si occupò dei graffiti delle pareti del salone al primo piano. Tino Perrotta scolpì le sculture poste all'esterno. Carmelo Florio fece le decorazioni delle colonne poste all'ingresso della rotonda.Giuseppe Barone e Roberto Rimini decorarono con grandi pannelli a fresco lo scalone d'onore e il salone. Il Palazzo delle Scienze in Corso Italia, del 1939, è di gusto neoclassico. Anche in questo edificio l'ingresso è sottolineato da colonne. Tre arcate a tutto sesto si susseguono reggendo la terrazza superiore, come i tre fornici avrebbero retto l'attico in un arco monumentale romano. Le proporzioni del complesso sono equilibrate. Prevale l'andamento orizzontale dell'edificio, confermato dall'aggettante ingresso ad archi. All'interno, come nel Palazzo della Borsa, lo spazio si dilata, le proporzioni sono smisurate, come enorme à la Minerva di Lazzaro. Gli affreschi dei soffitti sono di Carmelo Comes.

Paolo Lanzerotti (1875-1944)

Lo abbiamo già incontrato a proposito dell'esperienza liberty a cui egli non rinuncia ancora negli anni trenta, quando progetta Palazzo Zingali in via Etnea, su cui si innalzano due torrette medievali di gusto viennese. Il Negozio Pirelli, sito tra Corso Italia e via Vittorio Emanuele, lo vede provare il nuovo stile razionale. Spoglia di ogni decorazione, la facciata deve formare lo spazio architettonico con la propria struttura, senza colpire lo spettatore con sofisticate decorazioni, e questo compito non gli viene difficile dal momento che da sempre aveva ripudiato la decorazione esagerata del liberty a favore di un'attenta composizione dei volumi e forte di un gusto classico

Silvestro Mascali (1891-1975)

Sua opera più riuscita è il Palazzo sul Largo dei Vespri del 1939. Posto a raccordo fra due strade confluenti sulla piazza, su questa, esso si innalza poderosamente e incurva. Il pesante cilindro di raccordo delle due ali è alleggerito solamente in alto dalla vetrata a nastro continuo e dalla terrazza. Enormi paraste ritmano l'edificio razionale. Sono sue le Palazzine gemelle del 1924 , poste simmetricamente su piazza Lanza, di gusto classico. Il Palazzo di Viale XX Settembre 28 è in stile déco, mentre di gusto neoclassico la Facoltà di Fisica in Corso Italia. Suo, infine, l'edificio di Corso Italia 59.

Giovanni Aiello (1889-1976)

Come moltissimi degli architetti catanesi del primo novecento, attraversò le varie correnti stilistiche accettando le forme secessioniste ( Palazzina Coco Testa di via Ulisse, del 1920) , déco (Casa Strazzeri in Corso Italia), e quelle dello stile littorio ( Clinica Di Grazia in via G. Bruno). Palazzo Quattrocchi sul corso di Giarre, per certi aspetti barocchi di resa favolosa, ha ispirato l'associazione dell'autore al rinomato architetto catalano Gaudì, autore di Casa Battlò, un palazzo colorato e decorato come la fantastica casa di Hansel e Gretel.