Fra classico e barocco è lo stile monumentale e di Regime del Palazzo della Borsa del 1933, in fondo a piazza Stesicoro, sede oggi della Camera di Commercio. L'ingresso, sottolineato da due alte colonne doriche, reggenti l'aggetto del balcone superiore inquadrato da larghe lesene ioniche e sormontato da un cinquecentesco timpano, si apre alla piazza con la stretta facciata, nodo a cui si collegano i due corpi laterali.
Motivi Decò stilizzati si adeguano ai canoni austeri dello stile di regime. All'interno lo spazio è monumentale. Ampie arcate e alte volte dilatano lo spazio, celebrano l'ideologia fascista. All'edificio lavorarono anche altri artisti. Giuseppe Piccolo si occupò dei graffiti delle pareti del salone al primo piano. Tino Perrotta scolpì le sculture poste all'esterno. Carmelo Florio fece le decorazioni delle colonne poste all'ingresso della rotonda.Giuseppe Barone e Roberto Rimini decorarono con grandi pannelli a fresco lo scalone d'onore e il salone. Il Palazzo delle Scienze in Corso Italia, del 1939, è di gusto neoclassico. Anche in questo edificio l'ingresso è sottolineato da colonne. Tre arcate a tutto sesto si susseguono reggendo la terrazza superiore, come i tre fornici avrebbero retto l'attico in un arco monumentale romano. Le proporzioni del complesso sono equilibrate. Prevale l'andamento orizzontale dell'edificio, confermato dall'aggettante ingresso ad archi. All'interno, come nel Palazzo della Borsa, lo spazio si dilata, le proporzioni sono smisurate, come enorme à la Minerva di Lazzaro. Gli affreschi dei soffitti sono di Carmelo Comes.
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