Il Razionalismo

Raffaele Leone (1897-1981)
Laureato a Roma nel 1922, acquistò presto fama nazionale vincendo, insieme a Giuseppe Samonà, Viola e Autore, il primo premio al Concorso per la Nuova Palazzata di Messina nel 1931, un edificio monumentale ( questo era il dictat del bando), di un neoclassicismo sobrio e semplificato. La cornice spezzata che lo corona alleggerisce, insieme ai rettangoli che racchiudono le aperture su due livelli, il monolite ancorato a terra con possenti pilastri. Il Monumento a Dusmet del 1935, in piazza San Francesco è costituito da un semipilastro cavo, su cui è posta la statua bronzea del cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, scolpita da Silvestro Cuffaro, che dà forma allo spazio della piazza, focalizzandone il centro. Gli altorilievi con episodi della vita pastorale sono di M.M. Lazzaro. Nella concavità è inserita una fontana. E' sua opera la Palestra Enrico Toti del 1931, il cui stile pacatamente neoclassico è una rigorosa scelta, opposta all'eclettismo imperante, di forme capaci di definire il volto urbano senza operare rotture con la tradizione architettonica italiana. La maniera con cui conchiglie rotonde e colonnine ai lati delle aperture decorano la facciata, ricorda gli studi prospettici di Muzio e Zanini della borghese Milano dell'epoca. Dal 1938 l'architetto abbandona i modi novecentisti. La Centrale Termo-elettrica di via D. Tempio e lo Stadio Cibali, sono opere moderne, ove ogni ricordo stilistico umbertino è sepolto.

Francesco FiduciaSebbene accolga i nuovi canoni razionalisti, l'architetto non riesce a liberarsi dai ricordi déco che sovente troviamo nelle sue opere; questi sono, comunque, elementi decorativi non strutturanti, perchè è alle forme che viene data la maggiore attenzione; sono queste che strutturano lo spazio. Nel Negozio Pandolfini, ai Quattro Canti, del 1925, una fontanella déco, posta al centro, decora l'ingresso sotto l'arcata della volta. In Villa Carcaci, sottili e scure cornici corrono lungo l'edificio con una certa movenza di secessione viennese (Hoffmann). Nel Palazzo del Consorzio Agrario, sito in via C. Colombo, una serie di aperture rettangolari si susseguono in maniera stereotipata. Oggi è in stato di degrado, probabilmente neanche ritenuto un'opera di valore artistico, mentre è testimonianza dell'evoluzione stilistica dell'autore verso il razionale.