L'Opera dei pupi (in dialetto catanese opira dé pupi oppure opr'e pupi) è il teatro delle imprese, d'ispirazione epico cavalleresca, compiute dai personaggi-pupi.
Al contrario dei pupi palermitani, che non sono alti più di 90 cm., le marionette catanesi, armate di spada e protette da elmo e scudo, sono poderose e solenni e raggiungono un'altezza di 140 cm., oltre a un peso di 35 kg.
Fu don Giovanni Grasso ad introdurre a Catania e in Sicilia questo genere di teatro d'estrazione e destinazione popolare, proveniente da Napoli, nel 1861.
I manovratori dei pupi sono i pupari (o opranti), che stanno su un palchetto dietro la scena; gli scenari, non dissimili alle fiancate dei tipici carretti siciliani, vengono adattati al contesto della storia narrata; i parlatori (che parlano i pupi) danno, da dietro le quinte, la voce ai pupi (prima dell'evento dei dischi e dei nastri registrati erano anche rumoristi, mentre un'orchestrina eseguiva le musiche).
Il più celebre dei personaggi-pupi è Orlando, cavaliere forte e leale, che è addobbato con un abito rosso, impugna la durlindana, caratteristica spada ricurva ed è protteto dallo scudo ed un elmo con un cimiero raffigurante un'aquila. Ci sono poi Rinaldo di Montalbano, molto amato dal pubblico per la sua generosità, più elegante del cugino Orlando, con abito verde e un cimiero raffigurante un leone; Angelica, il più famoso personaggio femminile dell'Opera dei Pupi; Gano di Magonza, patrigno di Orlando, molto odiato dal pubblico perchè rappresenta il tradimento; Carlo Magno, l'imperatore da cui prende il nome il ciclo carolingio; Ruggiero, il conte guerriero; Astolfo dalla lingua lunga; le guerriere Marfisa e Bradamante; la maga Alcina; Alda la Bella, sposa di Orlando; Erminio della stella d'oro; ed ancora Ricciardetto, Mandricardo, Fioravante, Rizzieri, Buovo d'Antona, Agollaccio, Uzeda il catanese, lo spagnolo Ferraù, il re Circasso Sacripante, il sultano Solimano, il re tartaro Agricane, Gemma della fiamma, Clarice (fidanzata di Rinaldo), Pulcani (mostro dalla faccia umana e corpo di bestia), Malagigi, Peppinino (curiosa macchietta comica, che manda in ridere l'atmosfera tragica ed è l'equivalente catanese del palermitano Nòfriu).
Negli ultimi decenni l'Opera dei Pupi ha in parte perso l'antica vitalità, anche se rimangono ancora molti amatori.