La questione della datazione

In una bottega palermitana va di certo ricercata la matrice delle pitture di S. Nicolò. La tradizione artigiana della decorazione dei soffitti lignei, risalente, a Palermo, alletà arabo-normanna, dovette mantenersi ivi rigogliosa per secoli. Battere piste diverse da quella palermitana non conduce ad accettabili risultati alternativi. I tecta depicta di Siracusa, a giudicare da quanto ne rimane, esprimono un repertorio iconografico diverso, certo meno ricco, di quello nicosiano. Dei soffitti dipinti messinesi, istoriati nel XIII secolo, resta ben poco per consentire una soddisfacente comparazione. I soffitti quattrocenteschi a capriate del duomo e della chiesa di S. Antonio, a Taormina, simili a quello di Nicosia per il particolare intaglio delle mensole, si presentano oggi spogli di decorazioni. Se solo a partire dal secondo Quattrocento è documentato che da Nicosia ci si rivolgesse a Palermo per le commissioni di opere darte, i dati di cui disponiamo sono tali da consentire, comunque, fondate illazioni riguardo una tendenza già anteriormente consolidata. Indizi concordanti ci orientano a collocare la datazione delle pitture di Nicosia alla metà del secolo XV. Alcuni ci provengono dallanalisi degli indumenti. I copricapi femminili a corno e, più ricorrenti, i balzi, che notiamo a partire dalla seconda fino alla dodicesima campata, riecheggiano in modo indiscutibile la prima moda rinascimentale italiana. Lo stesso si dica dei berretti maschili a chaperon o a lambels e del taglio di speciali, ricche sopravvesti orlate di pelliccia. La Incoronazione della Vergine, la cui sede originaria dovette essere, con ogni probabilità, alla seconda campata, è da porre in rapporto col gruppo di dipinti di analogo soggetto oggi distribuiti tra la Galleria Regionale di Palazzo Abbatellis e il Museo Diocesano, a Palermo tutti datati nella prima metà del Quattrocento.

Inscritto in un medaglione tra i lacunari della terza campata, notiamo il monogramma di Cristo, formula emblematica di uso già plurisecolare ed ora riproposta in versione inequivocabilmente moderna. Esso è servito a F. Bologna per sostenere che il soffitto dipinto di Nicosia vada riferito ad un tempo non anteriore al 1435. La metà del secolo sembrano indicare, poi, le pitture delle campate del soffitto, successive alla sesta: specie in alcuni motivi floreali derivati dal sontuoso repertorio della miniatura rinascimentale; e una serie di insegne araldiche relative a famiglie magnatizie di Nicosia, quali i Ventimiglia, i de Marchisio, i Sabia, i Salamone.