SAN CALOGERO |
Costruita alla fine del 1600 dalla Confraternita di S. Calogero (che dalla seconda metà del 1500 assisteva gli ammalati nell'ospedale impiantato nel sottostante convento di S. Benedetto), costituisce un piccolo e prezioso museo d'arte nicosiana. Possiede, infatti, uno splendido soffitto dorato a cassettoni dipinto e scolpito; sculture di Filippo Quattrocchi (l'Addolorata) e di Stefano Li Volsi (S. Calogero); varie sculture in legno (Cristo nell'orto, Cristo alla colonna, Cristo morto) di autori anonimi, utilizzate per l'allestimento del "Sepolcro" durante la Settimana Santa; un'Adorazione dei Magi (tavola anonima ma suggestiva nello snodarsi del lungo corteo orientale). Ma la chiesa è soprattutto il museo di Filippo Randazzo (1695-1744), grande pittore nicosiano, allievo del Conca a Roma (grazie al mecenatismo del barone La Motta di S. Agrippina), detto il "Monocolo di Nicosia" per la cecità di un occhio. Il Randazzo (che fu quasi un caposcuola o almeno un punto di riferimento per pittori siciliani quali il Serenario, il Sozzi, forse l'acese Vasta e ovviamente il proprio figlio Mariano) fu attivissimo, oltre che a Nicosia (suoi lavori sono a S. Calogero, a S. Francesco di Paola, ai Cappuccini, in Cattedrale), a Corleone, Cinisi, Carini, Termini, Agira e Palermo (S. Matteo, S. Caterina, Casa Professa ove pare sostituisse il maestro, dietro suggerimento dello stesso Conca). A S. Calogero rimangono lo riquadri con scene dell'infanzia di Cristo (trattate con vena realistica) e otto medaglioni (in basso) con busti di santi eremiti e di S. Rosalia e Maria Maddalena (con interessante ricerca psicologica), rovinati in parte dall'umidità, in parte dall'ignoranza e dalla stupidità umana, in parte dall'incuria. Poco più avanti vi è la chiesa di S. Antonio Abate il (1480), dalla bella facciata rinascimentale e scenografica, il cui interno conserva ancora archi gotici, una grande tela del pittore nicosiano Nicola Mirabella, un calice gotico (con la data 1592) ed altri interessanti reperti. Di fronte vi è il palazzo D'Alessandro (dal nome degli ultimi proprietari) dalla facciata lineare tripartita da portali e balconi in pietra grigia; più avanti, sulla sinistra, palazzo Mallia, in cui l'arenaria gialla, riccamente intagliata, modella la facciata articolata nei tre ordini "neoclassici" ionico, dorico, corinzio. |